SOGNO
Qualche anno fa ho fatto un sogno: da dove ero partiva una scia luminosa, una luce viva che si srotolava per la strada fino alla Torre dell’orologio e da lì saliva e saliva finchè appariva un fiore di luce sulla cima un fiore luminosissimo, potente. un fiore di luce come un vessillo, come un dono esposto
Dunque il fiore scappa fuori da qualsiasi cornice e luogo e va nella città.
Si arrampica sulla torre più alta – quella delle Campane – e si mette sul punto di vista più elevato.
E da lì vede a volo di uccello il territorio intorno, fino alle montagne e al mare.
… e vede il reticolo di edifici che hanno coperto come una ragnatela vischiosa il manto verde di prima le terre selvatiche vicino al mio studio non hanno più zone umide, segrete, di rigogliosa vegetazione spontanea… ogni anno qualcosa accade: nuove rotonde rompono il segno diritto delle strade romane, alberi vengono divelti, prosciugate le segrete conche d’acqua… la campagna prima ininterrotta intorno alla città antica, con fattorie, stalle e campi – il mercato delle vacche, delle piante e delle sementi è sempre più coperta di cemento e resa sterile.
UN FIORE PER LA CITTA’
Preparo i lavori per l’esposizione alla Torre in occasione della Festa dei Fiori e guardo la trama di cemento che dal centro della città si espande con capannoni e discariche sui verdi della mappa da tutti i lati.
Disegno la città antica alla base ‒ indelebile e forte identità per i suoi cittadini ‒ e quel reticolo a macchia d’olio che la priva della corona di campi e della sua natura. Penso ad un riscatto del verde.
Ma conservo quel sogno. Non ne comprendo appieno il significato.
So che devo realizzare quel fiore che esplode di luce sulla cima.
Mi tocca dunque uscire allo scoperto, trovare il coraggio per gettare il dado.
Mostro il progetto a Francesco che lo condivide con entusiasmo con tutta la pro loco e cerca gli sponsor per realizzarlo. le porte si aprono davanti a quella visione e d’un balzo è superata la burocrazia penso che non è solo mio, quella visione è per la città e ora… come un sogno potrà farsi materia? le pro- porzioni sono enormi. Come sostenerlo e portarlo così in alto?
TULIP ON TOWER
Sono le 19.30 dell’11 aprile. Questo fiore ha bisogno del blu della sera – servirebbe una notte d’autunno, ma è il solstizio d’estate.
Sono le 21,30 e finalmente … lo vedo
Mi chiamano al telefono ed esco in strada…
Si vede a chilometri di distanza…
È una apparizione! un incanto, uno splendore intenso… sono felice.
Mi telefonano – siamo felici noi tutti che ci abbiamo la vorato – come avessimo fatto una grande impresa, una cosa che resterà nella memoria della città e nostra.
Chi ci ha lavorato lo guarda con un senso di protezione, di intimità, di affetto. Così chi lo ha forgiato con le mani ha sentito le sue curve come io le sentivo, insieme abbiamo montato le luci con continui indugi e trepidazioni. Così le ragazze che con me hanno fatto crescere il cuore di stoffe luminescenti.
Tutti come avessimo fatto una grande impresa, una cosa che resterà nella memoria della città e nostra.
Ci dà subito grande gioia e pienezza.
L’amica Angela, che è anche amica di tutta la città, mi ha telefonato piena di gioia e ammirazione.
“È stupendo! L’ho sentito una cosa bella ed ho goduto dentro di me questo fiore. Un segno forte nella città fatto da una donna. Tutti lo apprezzano, anche la gente che ci cammina davanti lo fa suo” mi dice.
C’è sempre chi la sera si ferma a fare fotografie. Facebook ne è pieno.
Mi sorprende l’impatto fortissimo, il suo potere di dire e di non rivelare e tuttavia di essere capito da tutti, a diversi livelli, con intenzioni e spiegazioni differenti.
È un sogno bianco issato come una preghiera? o è piuttosto una luminaria di paese? (… forte il potere delle luminarie di paese! Culto ancestrale nelle cerimonie la luce).
È un’installazione d’arte, ma anche una “cosa” fatta da molti e di tutti.
Ma cos’è che rende così forte questa magia?
All’improvviso mi si palesa un senso originario, profondo… emerge il suo significato inconscio e simbolico.
È l’apparizione del femminile che copre di bianco la Torre della città.
Un fiore come una mano che addita ad una ascesa, ad una luce bianca lunare, unificante, avvolgente, materna.
Saprò dopo che il fiore del tulipano significa: dichiarazione d’amore… e sia!
Dunque comprendo che oggetto del mio lavoro artistico è stato: amore per una intera città.
I noalesi amano gli artisti, i musicisti, gli sorridono, li rispettano come i francesi della provence e credo dipenda dal legame di consuetudine con la bellezza della campagna. Amano travestirsi da medievali e fare le contrade, il palio, la festa della trebbiatura, la piroa paroea. Facevano anche processioni intorno ai confini della città come ancora fanno i discendenti dei cimbri dell’altopiano di Asiago con la grande Rogazione.
VIDEO TULIP ON TOWER
Il lavoro FLOWERS? si è concluso con l’uscita del “Fiore”: dal mio studio una scia di luce si espandeva sulla strada, attraversava la piazza e si arrampicava infine sulla torre medievale mostrando un tulipano di luce. Così è nato Tulip on Tower – un Fiore per la città.
Qui sotto il video che riprende le fasi della istallazione e del montaggio e inoltre un timelapse dal giorno alla sera