Videoinstallazione presentata alla Villa Da Porto di Montorso Vicentino

(Estratto dal testo di presentazione)

… Il fuoco non ha un forma precisa, ma aderisce alle cose che ardono.. aderisce al giusto e per questo può plasmare il mondo.. chiarezza che non ferisce.. Inoltre: Tutto ciò che splende dipende da ciò cui aderisce .. così può splendere durevolmente – Ching esagramma 30 L’aderente (Il fuoco).

Da questa sentenza sapienziale è nata l’ispirazione per questo lavoro: il fuoco più grande è il sole e – come il suo fuoco aderisce alla sfera incandescente che lo genera – al contrario il fuoco generato dall’uomo è stato progressivamente domato, contenuto in oggetti, sparato da un punto all’altro, lanciato verso bersagli esterni… si potrebbe dire che questo è un fuoco che si stacca dal suo centro?

Il fuoco è associato ora ad un elemento distruttivo, ad arma di conquista, di sopraffazione, di morte. Eppure il fuoco simboleggia luce, energia, forza… A cosa si deve dunque questo cambio di segno?

E ancora: il fuoco non è forse anche parte di noi? Il nostro fuoco interiore, che ci infiamma d’amore, di desiderio di giustizia e di gioia, che riequilibra gli umori freddi e umidi…  dunque se aderisce a noi può così splendere e farci splendere?

Ed è vero anche che, se invece lo staccassimo da noi, si trasformerebbe proprio nel suo negativo … in violenza, in desiderio di sopraffazione?

E allora?…  allora che il Fuoco si rispecchi dentro di noi per essere riconosciuto…che infine aderisca al nostro cuore e venga alimentato con le nostre cose superflue, che si nutra bruciando le nostre scorie, il nostro negativo!

Dunque una installazione che rimanda ad un rito purificatorio e che ricorda l’antica capanna sudatoria dei nativi americani, l’ INIPI .

La stanza si trasforma in grotta arcaica in cui fuochi virtuali si riverberano su tutte le pareti, cenere di legna a terra, alcuni tronchi per sedere, 7 pietre fluorescenti in cerchio (a ricordare le pietre incandescenti usate dai Sioux nel rito della grotta di purificazione che indicavano le 7 direzioni cioè i quattro punti cardinali, il Cielo, la Terra e lo Spirito).

Una riflessione laica che ci rimanda al nostro fuoco vitale, ai bisogni sacri e primari che ci interconnettono con la la natura.

Contempliamo il fuoco, riconosciamolo come specchio del nostro fuoco interiore, alimentiamolo delle nostre scorie spirituali, segniamo sulla cenere ciò che vogliamo buttare.

 

L’istallazione è composta da 3 video e da uno specchio di 4 mq.
Il primo video proietta in loop sulla parete destra 70 immagini e 10 sequenze video che mostrano riti intorno al fuoco antichi e contemporanei: dagli zingari in Provence, a popolazioni africane o sudamericane o europee. Il fuoco che scalda, che cuoce i cibi, che unisce intorno a se’ gli umani. Le immagini dei video sono tratte dal film La guerra del fuoco di J.Jacques Annaud, da frame video di Yukihiro Taguchi, artista giapponese che, dopo aver riciclato i rifiuti della spiaggia davanti ad una città, vi ha istallato una tenda e un fuoco attorno al quale i cittadini si univano a lui, le raffigurazioni di Mosè davanti al rogo divino, film storici e immagini di riti attorno al fuoco che ne celebrano la sua presenza rivelatrice e purificatrice.
Il secondo video mostra sulla parete a sinistra una sequenza di 90 immagini tratte anche da foto d’archivio di guerre antiche e contemporanee, dei loro morti e feriti e di bambini che impugnano armi in zone di guerra.
Un terzo video, proiettato all’interno del camino della grande sala di villa Da Ponte, mostra il fuoco di un forno per il pane ed un falò nella campagna. Qui il fuoco è guardato nelle sue forme mutevoli, una metamorfosi ipnotica ed evocativa fino a diventare cenere.
All’altro capo della stanza  uno specchio di 4 mq. riverbera quel suo ciclo vitale in tutta la stanza.
Sul pavimento uno strato di cenere, tronchi e 7 pietre fluorescenti.